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Electrolux: un accordo da bocciare. Assunto integralmente il piano di semplificazione aziendale, ai lavoratori pochi spiccioli per andarsene, nessuna discussione sul piano industriale

Nazionale -

Dopo aver esaminato le quattro pagine dell'accordo sindacale firmato dalle segreterie nazionali di FIM FIOM UILM e da una parte del coordinamento RSU, dobbiamo ammettere che siamo rimasti sorpresi dalla mancanza totale di contenuti relativi alla discussione industriale e alle eventuali garanzie riguardanti gli stabilimenti discusse durante il tavolo ministeriale.

All'interno dell'accordo sindacale non si fa alcun riferimento al futuro, ma viene accettato integralmente ed esplicitamente il piano "SIMPLIFY" proposto dall'azienda. L'unico piano per FIM FIOM UILM sembra essere quello di salvare il salvabile attraverso la condivisione di uscite incentivate, anche se resta da vedere se saranno effettivamente volontarie, per far fronte alle esigenze di un mercato complesso per Electrolux.

La premessa dell’accordo sottoscritto è esplicita: “il programma SIMPLIFY rende necessario il giusto dimensionamento della struttura organizzativa e dell’organico che la compone”.

Dato che questo è il secondo piano di ristrutturazione in due anni e non ci sono garanzie sul futuro delle fabbriche italiane, come organizzazione rappresentativa ci consideriamo totalmente insoddisfatti. È evidente che senza un accordo, l'azienda avrebbe potuto procedere secondo la legge per gestire la situazione contingente. Tuttavia, riteniamo che sia arrivato il momento di spingere per ottenere rassicurazioni sul futuro attraverso trattative più incisive, cercando anche di ridurre il numero di esuberi complessivi nel presente piano.

Da SIMPLIFY, inoltre, il Datacenter di Pordenone scompare misteriosamente, senza alcuna comunicazione da parte dell'azienda sulle sue intenzioni o sui rischi di esternalizzazione delle attività (o di riallocazione in Svezia di alcune figure strategiche).

Infine, l'accordo proposto per i lavoratori pensionabili è deludente, con una cifra di soli 3000 euro (lordi) per chi ha dedicato una vita all'azienda (a cui seguirà probabilmente la consegna dell’orologio da taschino con inciso sopra il nome sbagliato del lavoratore, in pieno stile fantozziano). Solo coloro con almeno 8 anni di anzianità riceveranno 72000 euro (lordi), un importo basso considerando accordi simili in altre aziende di dimensioni simili.

La nostra organizzazione alla luce di questo giudizio ritiene che l’accordo vada bocciato senza appello.

L’intenzione della nostra organizzazione è quella di promuovere un rilancio della discussione anche attraverso dei momenti pubblici e di mobilitazione.

Vogliamo intraprendere a breve una campagna di sensibilizzazione sulla questione industriale di Electrolux, con la massima attenzione rivolta anche alla tutela del Datacenter di Pordenone. Non escludiamo l’organizzazione di un’iniziativa pubblica dove coinvolgere anche le istituzioni locali, in cui si metta al centro la tutela delle professionalità e del ruolo da dover dare ai lavoratori nell’ambito della transizione digitale ed il passaggio dentro industria 5.0.

La nostra organizzazione organizzerà a breve un confronto assembleare dei lavoratori, dove stabilire il piano di iniziative ed il percorso di mobilitazione.

 

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