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Palagiustizia Bari, USB: pericolo grave per lavoratori e pubblico noto dal 2011, stato di agitazione

Bari -

UN DISASTRO ANNUNCIATO SIN DA GENNAIO 2011

 

La USB P.I. – Giustizia, con riferimento a quanto sta accadendo nel palazzo che ospita gli uffici della Procura e del Tribunale Penale di Bari di proprietà dell’INAIL e di cui è stata sospesa l’agibilità, provocando lo sgombero graduale, chiarisce che non risponde al vero quanto dichiarato dai vertici del Ministero e cioè di aver appreso solo lunedì 21 maggio la situazione di criticità.

La stessa USB, nel 2011, aveva presentato al Ministero un libro bianco dove si documentavano le gravi carenze strutturali di quell’edificio. Successivamente nel 2012 aveva inviato al Ministro una lettera, accompagnata da una nota a firma delle RLS dove vi erano annotate pedissequamente le raccomandazioni e le sollecitazioni delle varie istituzioni intervenute sulla vicenda, con la quale denunciava la situazione allarmante e contestualmente chiedeva che si prendessero provvedimenti immediati.

Il Ministero in tutti questi anni ha fatto orecchie da mercante ed oggi siamo in piena crisi emergenziale così come successo all’indomani del terremoto a L’Aquila, con una sostanziale differenza che quello fu un evento imprevedibile mentre quanto sta accadendo a Bari è una situazione critica annunciata sin da gennaio del 2011.

Nella situazione kafkiana in cui ci troviamo, non si può sottacere che se si fosse intervenuto in tempo utile oggi non saremmo in uno stato di emergenza. Posto che le responsabilità sono facilmente individuabili, è ora che qualcuno si rimbocchi le maniche, intervenga tempestivamente, quantomeno, per mitigare i disagi ed i disservizi che inevitabilmente si ripercuoteranno sui lavoratori e sui cittadini.

Nel frattempo sono state allestite nel cortile antistante il palazzo delle tensostrutture per fare fronte nell’immediato alle udienze, quantomeno da rinviare; sono state individuate al momento varie situazioni per fare fronte all’emergenza che verosimilmente durerà dei mesi.

E’ chiaro che in questa situazione lavoratori e cittadini dovranno sobbarcarsi l’onere di spostarsi da una sede all’altra tra Bari, Bitonto e Modugno per assicurare il servizio giustizia.

Questa vergognosa circostanza va affrontata dai responsabili del Ministero con sollecitudine ma anche con la consapevolezza di dover ridurre al minimo i disagi dei lavoratori.

La giustizia cade a pezzi ed i lavoratori non sono più disponibili a sopportare oltre il degrado in cui versa la giustizia e che trova a Bari la sua perfetta metafora. Tanti altri sono gli uffici che versano in precarie situazioni di sicurezza e sui quali occorre intervenire tempestivamente.

La USB – Giustizia ha chiesto garanzie sulla collocazione dei lavoratori, certezze sui tempi e rispetto per la dignità di tutti coloro che in questi anni con grandi sacrifici ed abnegazione hanno continuato ad operare nonostante la grossa preoccupazione sulla staticità del palazzo.

La USB ha proclamato lo stato di agitazione del personale giudiziario e chiesto un incontro immediato ai vertici dell’amministrazione per affrontare in maniera seria le problematiche dei lavoratori interessati dallo sgombero, nonché di tutti coloro che subiranno gli effetti a cascata nella sede di P.zza De Nicola, al fine di risolvere e ridurre al minimo i disagi sia dei lavoratori che dei cittadini.

 

Roma, 28 maggio 2018

USB P.I. – Giustizia

Giuseppa Todisco

 

 

 

* * *

 

Al Ministro della Giustizia

On. Andrea Orlando

Al Capo di Gabinetto

dr.ssa Elisabetta Cesqui

Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria

Al Direttore Generale del Personale

dr.ssa Barbara Fabbrini

ROMA

 

Oggetto: Uffici giudiziari di bari grave ed imminente pericolo per lavoratori e utenti.

 

La USB P.I. – Giustizia ha appreso con sgomento quanto sta accadendo a Bari, il riferimento riguarda il palazzo che ospita gli uffici della Procura e del Tribunale Penale di proprietà dell’INAIL.

Allo sgomento si unisce lo sconforto e un moto di rabbia nei confronti di chi poteva e doveva intervenire in tempo utile e non lo ha fatto per menefreghismo o sciatteria.

In sostanza siamo in piena crisi emergenziale così come successo all’indomani del terremoto a L’Aquila, con una sostanziale differenza che quello fu un evento imprevedibile mentre quanto sta accadendo a Bari è una situazione critica annunciata sin da gennaio del 2011.

Leggere il comunicato stampa del Ministero in cui si ribadisce che la criticità è stata comunicata solo lunedì 21 maggio 2018, è quanto di più falso possa essere affermato.

La stessa USB aveva notiziato il Ministero nel 2011 con la presentazione di un libro bianco che documentava le gravi carenze strutturali di quell’edificio e successivamente nel 2012 inviava al Ministro una lettera in cui chiedeva ancora una volta l’intervento degli organi preposti affinché prendessero provvedimenti in merito.

Lettera accompagnata da una nota a firma delle RLS degli uffici in questione dove vi erano annotate pedissequamente le raccomandazioni e le sollecitazioni delle varie istituzioni intervenute nella vicenda.

E’ chiaro che se chi di dovere fosse intervenuto in tempo utile, oggi non saremmo in uno stato di emergenza.

Nella situazione kafkiana in cui ci troviamo, non si può sottacere che le responsabilità sono facilmente individuabili, quindi è ora che qualcuno si rimbocchi le maniche e intervenga tempestivamente per mitigare i disagi ed i disservizi che inevitabilmente si ripercuoteranno sui lavoratori e sui cittadini.

Sabato mattina sono state allestite nel cortile antistante il palazzo delle tensostrutture per fare fronte nell’immediato alle udienze, quantomeno da rinviare.

Sono state individuate al momento varie situazioni per fare fronte all’emergenza che verosimilmente durerà dei mesi.

Nel frattempo lavoratori e cittadini dovranno sobbarcarsi l’onere di spostarsi da una sede all’altra tra Bari, Bitonto e Modugno per assicurare il servizio giustizia.

Questa vergognosa situazione va affrontata dai responsabili del Ministero con sollecitudine ma anche con la consapevolezza di dover ridurre al minimo i disagi dei lavoratori.

La USB – Giustizia in nome e per conto dei lavoratori chiede garanzie sulla collocazione dei lavoratori, certezze sui tempi e rispetto per la dignità di tutti coloro che in questi anni con grande sacrificio ed abnegazione hanno continuato ad operare nonostante la grossa preoccupazione sulla staticità del palazzo.

I lavoratori non sono più disponibili a sopportare oltre il degrado in cui versa la giustizia e che trova a Bari la sua perfetta metafora.

Anzi questo evento deve far riflettere perché tanti altri sono gli uffici giudiziari che versano in precarie situazioni di sicurezza, pertanto per evitare che la giustizia cada a pezzi sarebbe utile intervenire in tempi rapidi.

La USB, alla luce di quanto sopra descritto, proclama lo stato di agitazione del personale giudiziario e chiede un incontro immediato con i vertici dell’amministrazione per affrontare in maniera seria le problematiche dei lavoratori interessati dallo sgombero nonché di tutti coloro che subiranno gli effetti a cascata nella sede di P.zza De Nicola, al fine di risolvere e ridurre al minimo i disagi sia dei lavoratori che dei cittadini.

Onde evitare la beffa di rispondere dei mancati adempimenti dovuti al caos generato dal trasloco, sarebbe opportuno sospendere, sine die, i termini processuali fino a che non sarà individuata la sede definitiva.

In attesa di un sollecito riscontro si porgono cordiali saluti.

Roma, 28 maggio 2018

USB P.I. – Giustizia

Giuseppa Todisco