AREA STAMPA

Dipartimento Comunicazione

Tel./Phone:
(+39) 3456712454

Fax:
(+39) 06 54070448

e-mail:
areastampa@usb.it

Roma, via dell'Aeroporto 129

Argomento:

RICERCA: NELLE PROSSIME ORE SI VOTA L'EMENDAMENTO PRECARI ISTAT

USB, VA APPROVATO, ALTRIMENTI BRUTTO SEGNALE PER TUTTI.

 

RESPONSABILITÀ DEL GOVERNO E DEI VERTICI DELL’ENTE

Roma -

COMUNICATO STAMPA

“Dopo la vittoriosa conclusione dell’occupazione dell’ISS, si apre un’altra settimana importante per le lotte negli Enti di Ricerca, in particolare per la vertenza in corso all’ISTAT sostenuta da USB PI” dichiara Claudio Argentini responsabile nazionale di USB PI Ricerca “l’eventuale bocciatura dell’emendamento riguardante la stabilizzazione dei precari sarebbe un bruttissimo segnale per tutti. Non ci sono motivazioni diverse dalla mancanza di volontà politica per non far passare il provvedimento e le responsabilità sarebbero quindi da ricercare nei due attori principali della vicenda Governo e vertici dell’Ente.”


“Chiarirebbe che il Governo è lungi dal riconoscere il problema della precarietà in termini generali, il che non ci sorprenderebbe e non ci coglierebbe impreparati. Riteniamo infatti che dalla vittoria ottenuta all’ISS abbiamo mandato un segnale a tutti i lavoratori degli EPR: lottando si vince” continua Argentini “Adesso ci prepariamo a generalizzare la lotta e a contaminare gli altri enti, nella consapevolezza che è una battaglia controcorrente, ma anche con la convinzione che siamo dalla parte giusta”.


“Lottare per la stabilizzazione dei precari della ricerca significa lottare per il rilancio del settore e non bastano le modifiche normative intervenute con il decreto Madia, seppure le abbiamo richieste e ne diamo un giudizio positivo. Né basterebbero eventuali ulteriori interventi che non prevedano stanziamento di risorse.” afferma il dirigente USB “Servono investimenti per questo non si può lottare contro la precarietà rimanendo dentro le compatibilità economiche dettate dalla UE, serve il coraggio di andare oltre e proporre un modello diverso nel quale la Ricerca Pubblica sia un patrimonio da valorizzare e non un costo da tagliare”.