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PREVIDENZA: USB, 170MILA LSU "PRECARI DI STATO" A CUI VA RICONOSCIUTA PIENA CONTRIBUZIONE

5 settembre presìdi a Roma ed in diverse regioni del sud Italia

Roma -

COMUNICATO STAMPA

 

Entro il 12 settembre si concluderà il confronto tra il Ministro del Lavoro Poletti e le parti sociali, dal quale la USB è stata esclusa, per definire gli interventi in materia di lavoro e previdenza che entreranno nella Legge di stabilità 2017.

 

Negli incontri sono rimaste completamente ignorate le problematiche dei Lavoratori Socialmente Utili, 20 mila precari storici senza contratto dalla metà degli anni ’90, che assicurano servizi essenziali agli Enti locali soprattutto nel centro-sud Italia. Inoltre ben 170.000 lavoratori e lavoratrici sono stati impiegati nel corso degli anni con questa forma di “precariato di stato”.

 

Lunedì 5 settembre, a partire dalle ore 10.30, gli LSU e gli ex LSU protesteranno insieme alla USB davanti alla direzione generale dell'INPS, in via Ciro il Grande a Roma, e davanti alle sedi regionali dell'ente di previdenza della Campania, della Basilicata, della Puglia, della Calabria e della Sicilia.

 

“I numerosissimi lavoratori socialmente utili impiegati per anni nella pubblica amministrazione andranno in pensione con assegni che rischiano di essere inferiori a quello sociale – denuncia  Elisabetta Callari, del Coordinamento Nazionale USB P.I. – i contributi LSU infatti sono figurativi e non valgono per la misura della pensione”.

 

“Dopo aver lavorato anche per decenni nel pubblico impiego con compensi irrisori – prosegue Callari – gli LSU rischiano di essere penalizzati anche al momento di andare in pensione”.

 

Sottolinea la sindacalista: “Chiediamo all'INPS, che è l'interlocutore istituzionale per eccellenza in campo previdenziale, di sollecitare il Governo per l'emanazione di una norma che sani questa stortura. Chiediamo inoltre che la ricongiunzione tra le diverse gestioni pensionistiche, pubblica e privata, sia possibile senza ulteriori oneri per tutti i lavoratori”.

 

“Le iniziative del 5 settembre saranno uno dei momenti di mobilitazione sul tema della previdenza che attueremo nelle prossime settimane – conclude Callari – per rivendicare la cancellazione della riforma Fornero e un sistema previdenziale pubblico che assicuri in futuro pensioni dignitose a tutti”.