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AEROPORTO MARCONI: LE RDB-CUB PRESESTANO ESPOSTO E RIAPRONO LA MOBILITAZIONE

Bologna -

Si è svolta questa mattina presso la sede della Federazione RdB-CUB di Bologna, in Via Monterumici 36/10, la conferenza stampa indetta dalle RdB con l’obiettivo di fare chiarezza sulla grave situazione dell’Aeroporto Marconi, che vede come vittime gli operai dello scalo bolognese.

 

Nel corso della conferenza stampa è stato reso noto che sulla vicenda dell’appalto al Marconi è stato depositato in data odierna un esposto alla Procura della Repubblica di Bologna e alla Corte dei Conti. Le RdB-CUB hanno denunciato come nel caso in questione, quando la Società Aeroporti Bologna ha individuato la ditta Giacchieri come nuovo appaltante, non è stata seguita la normale procedura conseguente ad un cambio di appalto, su cui si sarebbe dovuto aprire il tavolo sindacale, con contestuale assunzione diretta nella nuova ditta dei 174 dipendenti e messa in mobilità solo degli eventuali eccedenti.

 

I lavoratori sono invece stati tutti licenziati e messi in mobilità, assunti poi dalla Giacchieri contando sugli sgravi contributivi a cui non avrebbe avuto diritto nel caso di passaggio diretto. Di 174 dipendenti ne sono stati riassorbiti solo 113 con contratti part-time o a tempo determinato.

Nelle assunzioni è stato poi adottato un ampio margine di discrezionalità, escludendo 60 lavoratori, tutti capifamiglia,  fra cui tutti i delegati RdB e molti lavoratori immigrati.

 

Nonostante la loro quasi nulla rappresentatività fra i dipendenti Giacchieri (solo 10 iscritti su 174 lavoratori) CGIL e CISL hanno avallato questa procedura firmando l’ accordo che sancito la mobilità.

Le RdB-CUB hanno inoltre denunciato l’operato di un delegato della CGIL, che durante i presidi di attuati nei giorni scorsi dai lavoratori, ha inviato a chi protestava gravi messaggi di minaccia, sia verbali che via sms.

Le RdB hanno poi reso noto come manchino all’appello fra i 2 ed i 3 milioni di contributi il precedente appaltatore non ha versato ai dipendenti.

 

“L’operazione compiuta al Marconi scarica i costi sui lavoratori, danneggia tutta la comunità, dando vantaggio solo ai committenti e alla ditta appaltante”, dichiara Massimo Betti del Coordinamento nazionale RdB-CUB.

“Da lunedì riprenderemo la mobilitazione - prosegue Betti -  con un presidio di protesta e lo sciopero della fame dei 60 lavoratori esclusi dalle assunzioni, affinché le Istituzioni (Comune, Provincia, Regione, Prefettura) si pronuncino su questi gravi fatti ed aprano un tavolo di crisi: gli operai del Marconi non possono essere lasciati in strada”, conclude il dirigente RdB-CUB.