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Argomento:

UFFICI GIUDIZIARI ROMA: SCIOPERO DEGLI ADDETTI AL "DATA ENTRY", IN VIA DI LICENZIAMENTO DOPO ANNI DI PRECARIATO

MARTEDÌ 26 GIUGNO 2007

Presidio davanti al Ministero della Giustizia

Roma - Largo Cairoli – ore 9.30

Roma -

Da anni il settore Giustizia va avanti in tutta Italia anche grazie al lavoro svolto da centinaia di lavoratori e lavoratrici esternalizzati, presenti in ditte, società e cooperative che gestiscono in regime di appalto interi servizi negli uffici periferici e centrali del Ministero della Giustizia.

 

Presenti nei Tribunali, presso il Giudice di Pace e nella Corte d’Appello, a Roma sono circa un centinaio gli esternalizzati che si occupano di “data entry” (scannerizzazione ed inserimento dati negli archivi informatici) e supporto alle cancellerie. Nei fatti questi lavoratori svolgono da circa dieci anni qualsiasi tipo di mansione necessaria a supplire ben consolidate carenze di organico, tanto che in assenza di questo personale non si potrebbe fare fronte nemmeno al lavoro quotidiano, andando incontro ad una paralisi dei servizi.

 

Adesso, al danno di una lunga precarietà, per questi lavoratori “fantasma” si aggiunge la beffa: il Ministero della Giustizia decide di iniziare a tagliare sui contratti esterni così, a partire dal mese prossimo, gli esternalizzati verranno progressivamente licenziati. Si sceglie di eliminare i lavoratori invece che gli sprechi derivanti dalle esternalizzazioni, che indirizzano risorse economiche pubbliche verso chi svolge vero e proprio “appalto di manodopera”.

 

In questo stato di cose, le RdB-CUB hanno indetto per martedì 26 giugno lo sciopero degli addetti al “data entry” degli Uffici Giudiziari di Roma, con un presidio di protesta che si svolgerà di fronte al Ministero della Giustizia a partire dalle ore 9.30 .

 

Lo sciopero è stato indetto contro i licenziamenti e contro la precarietà, per la stabilizzazione del lavoro attraverso l’assunzione alle dirette dipendenze del Ministero di dipendenti ormai professionalizzati in anni di attività per il servizio pubblico; per l'avvio di un processo di riconoscimento del periodo lavorativo già svolto nei vari uffici giudiziari; per la reinternalizzazione dei servizi in appalto, che aumentano i costi e tolgono dignità ai lavoratori.