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VIGILI DEL FUOCO: RdB P.I. SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PER DENUNCIARE LE PESSIME CONDIZIONI DI LAVORO

Jiritano (RdB VV.F.), dopo ogni catastrofe la nostra condizione torna nell’oblio. Ma noi vorremmo essere ricordati anche al di là delle emergenze

Roma -

“Dopo la tragedia in Abruzzo è stato il Presidente della Repubblica che, in occasione della medaglia d’oro alla bandiera dei Vigili del Fuoco ci ha definito «l’esempio dell’Italia migliore e degli italiani migliori», colui che in noi ha visto «il di più di carico umano»,  il «senso della comunità»,  ringraziandoci per l’opera svolta. Ora sono i Vigili del Fuoco che  pubblicamente si rivolgono al Presidente della Repubblica per denunciare le pessime condizioni di lavoro e chiedere il suo autorevole intervento”, così Antonio Jiritano, della Direzione Nazionale RdB Pubblico Impiego, annuncia la lettera inviata oggi al Presidente Napolitano dalla RdB VV.F. (copia in allegato).

 

“Il nostro contratto di lavoro è scaduto dal 31 dicembre 2007 – ricorda Jiritano - e da anni ci viene promessa una valorizzazione economica e previdenziale che tenga in giusto conto la nostra specificità professionale. Rimaniamo invece a tirare avanti con uno stipendio medio di 1.200 €, con un ordinamento professionale che, per alcuni da 20 anni e da 30 per altri, ci tiene bloccati nelle attuali carriere senza nessuna opportunità di avanzamento. Non abbiamo inoltre fatto un passo avanti in termini di organici: le carenze rimangono tutte, anzi il personale VV.F. deve lavorare fino a 60 anni, svolgendo il soccorso tecnico urgente, per raggiungere una meritata pensione”.

 

Prosegue il dirigente RdB: “Nemmeno per i mezzi e gli strumenti di soccorso abbiamo visto miglioramenti. L’unica realtà è che prima del terremoto avevamo scarsissimi mezzi di colonna mobile i quali, oltre alla vetustà, oggi sono completamente logorati determinando grossissime difficoltà nel prestare il soccorso. L’unica novità che registriamo è l’aumento dell’orario di lavoro: straordinario dello straordinario per garantire il soccorso nel paese, tanto lavoro fuori dall’orario di lavoro, a discapito delle nostre famiglie”.

 

“Visto questi problemi sono già noti a tutti in Parlamento, abbiamo dunque scelto di rivolgerci al Presidente della Repubblica: per non finire nell’oblio ogni volta che finisce l’emergenza. E’ questo il motivo per cui i numerosi attestati di stima finiscono con l’amareggiarci: vorremo essere ricordati anche al di là delle disgrazie che colpiscono altri cittadini”, conclude Jiritano.